UNA PANORAMICA SULLA FLEXOGRAFIA

In questo post tratteremo la stampa flessografica e le sue caratteristiche nella cartotecnica.

La flessografia (o flexografia) è un metodo di stampa diretta su cartone ondulato, eseguito tramite matrici a rilievo detti cliché.

Questa tecnica, con la recente introduzione di innovazioni nella realizzazione di impianti, inchiostri ed anilox, ha raggiunto livelli di qualità e definizione sempre più elevati, tanto da essere in molti casi paragonabile alla stampa offset. Nel settore cartotecnico, eseguendo il processo di stampa direttamente su cartone (anziché su carta successivamente accoppiata all’ondulato) si ottiene – a parità di risultato visivo – un notevole risparmio in termini economici senza particolari vincoli nell’utilizzo di diverse composizioni della materia prima.

Per la tipologia di macchinari impiegati, nonostante il tempo e le competenze richieste per il set up, la flexografia permette velocità di lavorazione elevate con notevole flessibilità in termini di quantità e fermi macchina. Inoltre, la durabilità degli impianti è notevole e questa caratteristica rende la flessografia adatta a commesse con tirature elevate.

L’aspetto critico della stampa flexografica rimane tuttora la fase di industrializzazione: la progettazione dei cliché richiede notevole esperienza ed è fondamentale per la corretta riuscita della lavorazione. Negli anni abbiamo maturato le competenze necessarie per applicare efficacemente il progetto grafico al packaging realizzato, affiancando e supportando il cliente nella scelta delle possibili soluzioni per un risultato di qualità.

La diffusione degli inchiostri a base di acqua è un aspetto importante nell’ottica della sostenibilità ambientale, ma l’attenzione principale va alla gestione degli scarti che nel nostro caso vengono convertiti e riutilizzati, mentre le acque di lavaggio sono recuperate e trattate garantendo una puntuale e sicura gestione dei rifiuti industriali.